Il progetto non è sui singoli blocchi, ma su un tessuto urbano diffuso. Non si tratta di una crescita visibile, ma di legare frammenti in una composizione intera. Non si tratta di contrasti tra vecchio e nuovo e tra strade ed edifici, ma di una miscelazione della natura eterogenea della città in qualcosa che alla fine si avvicina quasi all’invisibilità. Il nostro progetto non è di blocchi perimetrali di grandi dimensioni con una vita ritirata al coperto, ma il movimento umano nella città e per la città. Il progetto non è inteso come un Grande Asse, ma come una progressione dei diversi e significativi spazi urbani.
Il progetto, per non abbandonare l’idea concettuale di un Grande Asse, trasforma questo in una strada per il traffico locale, in una scala adeguata per il centro di Beirut. Tre grandi spazi pubblici (piazze) agiscono come nuclei di ogni mega-blocco urbano, sorretti da un basso tessuto urbano; la sequenza di piazze (una rettangolare, una tonda, una triangolare ) è al centro del progetto. Il nuovo porto da costruire a nord dovrebbe essere interpretato come la quarta piazza, con le proprie caratteristiche e il proprio tema. In una sequenza, da sud a nord: piazza rettangolare = affari e piacere, piazza tonda = commercio; piazza triangolare = archeologia e cultura, quarta piazza = tempo libero.