Il tema principale è il concetto di “Central Park” – che rappresenta il più diffuso ed efficace “megamodello” di riferimento, il Central Park di New York che funziona come “polmone” della città”. Per semplificare figurativamente il concetto si attua una trasposizione analogica dell’immagine del Modulor di Le Corbusier che si sovrappone senza alcun nesso metaforico diretto, se non dal punto di vista antropomorfico, al master plan di Bicocca.
Qui si evidenziano graficamente l’asse centrale pedonale che, penetrando negli isolati e alternativo alla viabilità stradale, attraversa i grandi portali architettonici collegando i cortili, i giardini e le piazze ipogee fino alla Piazza dell’Ateneo Nuovo, ma che finora manca di un suo punto focale di arrivo (lo sarà il parco stesso) che collega l’area futura per i servizi pubblici su viale Sarca e il multisala con il nuovo parco. Il verde compatto del parco viene coadiuvato e integrato al verde “verticale” che usa le torri come supporto verticale.
Le torri hanno una doppia pelle, la pelle esterna ospita il verde arrampicante e permette una forma diversa per ogni torre senza alterare l’ingegnoso sistema strutturale prefabbricato.